La mancanza di dialogo tra marito e moglie causa della crisi

Mancanza di dialogo tra marito e moglie. Siamo Luca ed Annamaria di Modena; ci siamo conosciuti la sera dell’ultimo dell’anno ’84. Dopo 5 anni di fidanzamento e 16 di matrimonio nel quale sono nati tre figli, siamo approdati al weekend di RETROUVAILLE a Verona nel maggio 2005.

La mancanza di dialogo tra marito e moglie è una delle cause maggiori della crisi e della separazione delle coppie

La mancanza di dialogo tra marito e moglie è una delle cause maggiori della crisi e della separazione delle coppie


La Romanza

Lui

Ero a una cena di fine anno a casa d’amici e lì la vidi per la prima volta. Finita la cena siamo andati in discoteca. Per l’occasione l’Anna si era messa una minigonna che attirò la mia attenzione, il desiderio di conoscerla meglio è stato inevitabile. Di Anna mi colpiva la spontaneità e candore.
Tornati a casa lei doveva ripartire subito per Urbino dove studiava, ma un’abbondante e provvidenziale nevicata ha fermato i treni, trattenendola a Modena. Così abbiamo potuto continuare a frequentarci. Io ero sempre più felice e mi sembrava di toccare il cielo con un dito, e per andarla a trovare attraversavo la città sfidando freddo, neve, e i suoi genitori.

Lei

Nei primi momenti in cui ho conosciuto Luca non ero molto attratta, ma ho capito dalla sua insistenza che lui era attratto da me, mi sentivo stupefatta ed accogliente. Tornai ad Urbino a studiare, ci scrivevamo molto e nei weekend passavamo tempo insieme, provavo un certo timore per la sua attrazione fisica molto intensa, che mi bloccava, avevo sedici anni ed avevo paura di rimanere troppo coinvolta.

Grazie a certe esperienze forti, come un pellegrinaggio a Lourdes accompagnando gli ammalati, riuscii a conoscerlo più profondamente e, nonostante le differenze tra noi, mi sentivo più unita a lui. Il dialogo tra noi era spontaneo, aperto e trovavo in lui una grande accoglienza per me. Parlavamo di tutto. Ammiravo la sua facilità di parlare con tutti, la spontaneità nelle amicizie. Con lui ero serena, sicura e quando mi ha chiesto di sposarlo, il mio sì era già scritto nel mio cuore. Ero piena di speranza per il nostro futuro insieme.

La delusione e la disperazione

Lui

Dopo che ci siamo sposati mi sembrava di vivere in paradiso, eravamo pieni d’amore e di gioia, e abbiamo lasciato libertà al Signore di mandarci il nostro primo figlio che è nato dopo circa un anno, ero felicissimo di essere diventato papà.
Dopo la nascita del bimbo hanno iniziato a manifestarsi le prime grosse incomprensioni. Siccome è nato col parto cesareo i medici ci hanno consigliato di non avere figli per altri due anni. Abbiamo iniziato il metodo Billings ma con grosse difficoltà nel seguirlo che incidevano sulla nostra relazione. Con l’arrivo degli altri due figli queste incomprensioni sono aumentate, e vivevamo due vite divergenti , con mancanza di dialogo tra marito e moglie. Mi sentivo represso e mi vedevo non conforme alle attese d’Annamaria e della chiesa.

In quel periodo ho conosciuto un altra donna, e senza che Anna lo sospettasse sono andato a letto con lei alcune volte. Per lei non provavo amore ma solo attrazione fisica, mi sentivo apprezzato come amante e questo sembrava compensare la carenza di rapporti con mia moglie. Ma mi lasciava frustrato, e provavo profondi sensi di colpa.
Quando questa persona mi ha chiesto d’instaurare un rapporto più continuo, ho capito che voleva da me più di quanto fossi disposto a darle, e questo troncò la nostra relazione.

Il matrimonio mi appariva come un peso da portare avanti ma ci credevo ancora, tuttavia aspettavo che migliorasse da solo, senza fare niente.
Lentamente siamo giunti ad essere scapoli sposati, parlavamo il meno possibile per non litigare e ognuno frequentava persone diverse nel suo tempo libero. Quando Anna mi ha detto che non mi amava più, mi sono sentito distrutto deluso triste e amareggiato.

Nel Gennaio 2005 abbiamo litigato furiosamente, non ne potevo più di vivere sentendomi così oppresso, sono uscito di casa, e sono andato a vivere a casa di mia madre. Ero avvilito e pieno di rancore, mi sembrava d’aver perso vent’anni della mia vita.
Dopo una settimana ci siamo rivisti, aiutati nel parlare dal nostro parroco. L’occasione di andare a Retrouvaille ci è venuta qualche mese dopo, quando una nostra amica ha passato un volantino ad Anna. Io ho accettato di partecipare, le volevo ancora bene e mi mancava la famiglia.

Lei

Nei primi anni di matrimonio trascuravo la nostra relazione mettendola all’ultimo posto rispetto ai figli, alla casa, al lavoro. Decidevo il da farsi in casa e con i figli come per me era più pratico e valido, senza confrontarmi con lui. Vivevamo la mancanza di dialogo tra marito e moglie. Avevamo modi differenti di vivere la sessualità, la fede e l’essere genitori, molto spesso cercavo di evitare i conflitti ma quando ci scontravamo mi sentivo oppressa e arrabbiata e lanciavo accuse e rimproveri addosso a Luca e lui a me e non ci chiedevamo perdono. Mi vedevo spesso non ascoltata e non amata e incapace di corrispondere alle sue aspettative e di amarlo.

Quando ripresi a lavorare fuori casa trovai più stima di me stessa, vedendomi apprezzata e compresa da altre persone. Alcuni litigi furiosi lasciarono in noi ferite profonde, non risolte. Rimasi molto delusa di non aver trovato l’aiuto di cui avevamo bisogno da psicologi e da diversi sacerdoti. Non provavo più nessun sentimento d’amore per lui, glielo dissi e mi convinsi che era proprio tutto finito tra noi, e che non avremmo mai dovuto sposarci. Quando Luca se ne andò di casa, io provai sollievo, e quando ci rincontrammo, dopo qualche giorno, ero chiusa e indifferente a lui e non volevo riaccoglierlo a casa. Quando vidi il volantino di Retrouvaille fui attratta dalla possibilità di chiarire la relazione tra noi. Lo proposi a Luca che accettò e telefonammo per iscriverci al primo weekend disponibile.

La vita ora

Lui

Il nostro fine settimana è stato sconvolgente come una bomba atomica, abbiamo lavorato e pianto parecchio; in passato raramente ho aperto il cuore come in quei giorni. Durante il week-end ho visto Anna che si interessava a me in modo esclusivo, mi sono sentito cercato, ascoltato e messo al centro dei suoi pensieri, come ai tempi del fidanzamento. Mi sono convinto che potevo iniziare un dialogo nuovo con lei. Durante il post-weekend abbiamo visto che continuare questo lavoro insieme ci unisce. Abbiamo deciso di condividere ad altre coppie in difficoltà la nostra esperienza.

Ora amo l’Annamaria come mai in passato, e il nostro impegno in Retrouvaille è necessario al nostro amore come l’olio alla lampada. Quello che riceviamo è di gran lunga superiore a quello che possiamo dare, ma la nostra esperienza può essere d’aiuto e speranza per tante altre coppie in crisi, perché testimonia la possibilità di superare le ferite e ricominciare un cammino di ricostruzione insieme.

Lei

L’esperienza del weekend di Retrouvaille mi ha permesso di comprendere i sentimenti di Luca ed i miei come mai prima e che se volevamo ricostruire la nostra relazione questo avrebbe comportato un impegno molto serio in due. Con l’aiuto del Signore che mi dà la forza, ho iniziato a prendere ogni giorno decisioni di amare, di perdonare e chiedere perdono e dare fiducia a Luca, anche quando i miei sentimenti non sono piacevoli. Abbiamo ritrovato l’intimità più profonda attraverso il dialogo e la gestione dei conflitti e dei problemi, e le relazioni sono migliorate anche con i figli, coi genitori e le altre persone. La vita ora è per me un continuare a mantenerci sempre in comunicazione tra noi due, senza darci per scontati, e condividere con altre coppie sofferenti quel dono che ci ha illuminato l’esistenza, perché nel camminare insieme ci aiutiamo gli uni gli altri.