Sara e Nicola vivono tante difficoltà nel loro matrimonio: il suddividersi dei ruoli, il dare per scontato l’uno la presenza dell’altro, l’aggressività, e le scelte fatte individualmente, ma anche per loro Retrouvaille è una speranza di risolvere conflitti familiari…
Risolvere conflitti familiari è possibile… Con gli strumenti dell’ascolto del dialogo e della discussione costruttiva molte coppie hanno imparato a Retrouvaille come ricostruire la loro relazione e gestire i loro conflitti
La Romanza
Sara: Siamo Sara e Nicola, siamo sposati dal 2004 e abbiamo tre figli. Abbiamo fatto il nostro week end di Retrouvaille nel Febbraio 2012 a Pescara.
Nicola: Ci siamo conosciuti in università, a cena da un amico. Quello che mi ha fatto innamorare di Sara sono stati i suoi occhi azzurri come il plumbago e la sua determinazione. Credo che sia stato il destino che ci ha fatto conoscere, grazie ai miei anni fuori corso all’università. Incontrare Sara per me è stata un’iniezione di energia e buonumore, mi sentivo animato e gratificato dalle sue attenzioni, incoraggiato e fiducioso nell’affrontare la vita.
Sara: Quando ho conosciuto Nicola all’università sono rimasta colpita dalla sua sicurezza, dal fatto che tutti lo conoscessero e gli volessero bene: era disponibile e generoso e quando si è laureato i suoi amici gli hanno addirittura dedicato un’aula di studio apponendo una targhetta in suo ricordo. Io ero otto anni più giovane di lui e poco sicura di me, mentre lui era stimato e riconosciuto dai suoi amici come un personaggio. Avevo solo paura di perderlo e facevo di tutto per tenerlo legato a me.
La fase della delusione
Nicola: All’inizio del nostro matrimonio mi sentivo accolto nella mia timidezza, ma ero anche un po’ preoccupato al pensiero di questo grande impegno che mi ero preso. Già dopo alcuni mesi di matrimonio mi sono sentito spaventato per i continui litigi. Vedevo Sara aggressiva quando cercavo di esprimere la mia opinione o le facevo presente il mio disagio in determinate situazioni. La vedevo sempre più presa dai propri impegni lavorativi e distante. Non la vedevo partecipe ai lavori della casa, un progetto che mi sembrava ricadere tutto sulle mie spalle. Non sapevo come sarebbero potute andare avanti le cose, ma ero comunque sicuro del fatto che i problemi si sarebbero in qualche modo risolti.
Sara: All’inizio mi sono sentita amata da Nicola per quello che ero, grata e riconoscente del suo amore per me, accolta e libera di esprimermi e di prendere decisioni, anche per entrambi. Da mia madre avevo subito un atteggiamento di oppressione e di giudizio e con la paura di rivivere questa situazione, dopo pochi mesi, mi sono sentita sempre più irritata e aggressiva nei confronti di Nicola, quando secondo me non si allineava alle mie decisioni o criticava. L’accrescere della mia professionalità e del senso di sicurezza in me stessa mi faceva sempre meno avvertire il bisogno di conferme nel rapporto con Nicola, che iniziavo a dare per scontato.
Con L’accumularsi di fatiche e responsabilità mi sono via via sentita sempre più ansiosa e preoccupata per la paura di non riuscire ad affrontare tutto e frustrata e mi sentivo sola: non lo consideravo un aiuto e non condividevo con lui le fatiche. Vivevo le richieste di attenzione di Nicola a lui e alla casa come pretese inutili. Lo vedevo come un ostacolo fastidioso alla mia libertà e quando Nicola esprimeva la sua opinione mi vedevo giudicata e messa in discussione, non riuscivamo a risolvere conflitti familiari. Alla fine era nata in me l’indifferenza nei suoi confronti, ero assente con il cuore e con la mente. Vivevo come uno scapolo sposato cercando nel lavoro e nelle amicizie ciò che non trovavo nel rapporto con Nicola.
La fase della disperazione
Nicola: Dopo alcuni anni di alti e bassi, Sara un giorno mi disse, inaspettatamente, che non provava più nulla per me. In quel momento mi sono sentito sconvolto, paralizzato, come se il mondo mi fosse crollato addosso. Da quel momento sono seguiti mesi di forti litigi e di incomprensione, fino ad arrivare alla consapevolezza che da soli non potevamo farcela e che avevamo bisogno dell’aiuto di qualcuno.
Dopo aver ripetutamente chiesto a Sara di trovare una soluzione e vista la sua indifferenza, ho deciso di seguire il consiglio di un amico, mio testimone di nozze, di contattare Retrouvaille.
Ho cercato in internet il numero e ho chiamato. Ho chiesto poi a Sara di chiamare anche lei. Mi sentivo sollevato dal fatto che avesse accettato di partecipare al programma di Retrouvaille e già nel tragitto durante il viaggio per Pescara mi sentivo pieno di speranza e intravedevo un po’ di luce tra di noi. Mi sono sentito alleggerito dal peso, che non riuscivo più a sopportare e che stavo per condividere con qualcuno, di dover lottare da solo per la salvezza del nostro matrimonio.
Il Risveglio: come risolvere conflitti familiari
Sara: Nicola mi ha proposto di andare a Pescara per il week end di Retrouvaille e con scetticismo ho accettato: mi aveva stupito la sua perseveranza e determinazione nel cercare di salvare il nostro matrimonio, lì dove gli dicevo che non lo amavo più e che lo volevo lasciare. Aveva preso lui una decisione per noi e per questo percepivo che le responsabilità non erano più tutte solo sulle mie spalle. Il week end mi ha aperto gli occhi su come avessi chiuso lui e il nostro rapporto in uno schema, relegando Nicola in un angolo della mia vita, sminuendolo.
Il mio risentimento e la mia indifferenza hanno iniziato ad incrinarsi di fronte alla dichiarazione incondizionata d’amore di Nicola. Mi sono sentita nuovamente accolta senza giudizio. Nell’intraprendere un cammino insieme, riconoscendo a lui un ruolo e dignità nella coppia, mi sono sentita ottimista, come sollevata da un peso, accompagnata e sostenuta.
Nicola: Il fine settimana mi ha fatto conoscere cose di Sara che fino a quel momento non avevo nemmeno immaginato. Ha fatto crescere in me una nuova coscienza di come affrontare le cose della vita, risolvere conflitti familiari, e mi sono sentito sereno e incoraggiato. Mi sono aperto maggiormente al dialogo e all’ascolto.
Sara: La condivisione dei nostri sentimenti e di ciò che li genera mi ha portato ad accogliere Nicola per quello che è. Il dialogo ha fatto rinascere l’intimità e migliorato il nostro donarci l’uno all’altra con maggiore generosità. Lavorare insieme alla casa, che prima era fonte di contrasto, è diventata occasione di condivisione di un progetto. Ha generato stima reciproca e mi sono sentita compiaciuta di ciò che stavamo facendo insieme. Talvolta ricado nella pura del giudizio, ma, ricordarmi che Dio non produce scarti, mi ama per ciò che sono e che Nicola è specchio di questo amore. Mi permette di abbattere i miei muri di auto-protezione e di ammettere questo mio limite. Il sentirmi libera di dichiarare le mie imperfezioni essendo comunque accolta e perdonata mi fa ogni volta ripartire con nuovo slancio.